Bar italiani

Bar: Italia in miniatura

Se chiedessimo a qualcuno di riassumere la cultura italiana in tre parole probabilmente le prime due sarebbero pasta e pizza. Per quanto riguarda la terza, l’unanimità inizierebbe a svanire. Secondo la mia opinione basata sugli anni passati in Italia, sull’osservazione della vita quotidiana degli italiani ma anche sulla letteratura del Bel Paese ciò che caratterizza al meglio la cultura italiana e che potrebbe risultare incomprensibile per tutte le altre culture del mondo è il bar. Ma come spiegare a uno straniero, magari mai stato in Italia, cosa è il bar? A prima vista sembrerebbe facile dato che in polacco esiste una parola identica. E invece non è così semplice…

I bar in Italia sono tanti e diversi. Che siano piccoli, grandi, moderni, tradizionali, semplici o chic, l’importante è che ad ogni angolo c’è un bar. Si esce di casa, c’è un bar, si va al lavoro, c’è un bar, si va all’università c’è un bar, si va alla stazione, c’è un bar. Insomma, dove ci si gira, c’è un bar. Tale insistenza indica che il bar per gli italiani è un «bene» di prima necessità. Ci si recano per fare colazione, per prendere il caffè, per leggere il giornale. Ma, siccome la colazione si può fare a casa e le notizie si possono leggere su internet o sentire in televisione, si può presumere che non siano quelli i veri motivi per cui gli abitanti del Bel Paese frequentano i bar. Infatti, il motivo principale per cui gli italiani si recano al bar è il fatto stesso di trovarsi in quel posto. Perché per loro il bar non è un luogo, è uno stile di vita. È un modo di socializzare. La cosa più interessante è che spesso le persone non ci vanno con gli amici, ma vi incontrano le amicizie strette proprio nel posto. Infatti, non risulta infondata la constatazione che ognuno di loro abbia un proprio bar preferito, dove conosce il personale e altri frequentatori con cui discute. Ed ecco il punto più interessante: bar come luogo in cui parlare, raccontare storie. Il bar è il palcoscenico dei racconti di solito tipicamente al maschile (infatti, è uno spazio normalmente associato ai maschi, anche se, soprattutto nel Nord e Centro Italia, viene frequentato anche dalle donne), come incredibili successi nel campo di caccia, pesca o sesso. Queste storie, essendo spesso piene di esagerazioni, costituiscono una naturale e quotidiana fonte di comicità. Il bar costituisce un ambiente perfetto per parlare di sé stessi, per osservare gli altri, per confidarsi, insomma, per soddisfare il bisogno umano di socializzare.

In polacco la parola «bar» denota significati molto diversi da quelli descritti sopra. In Polonia essa viene associata più che altro a ciò che in Italia (e del resto anche in Polonia) chiameremmo «pub». Quindi al posto, dove non si leggono giornali né tantomeno beve il caffè, che è aperto soltanto la sera e frequentato soprattutto dai giovani. La parola «bar» nel senso polacco potrebbe essere associata anche a un posto dove si mangia, un tipo di tavola calda. Se, come la caratteristica principale del bar italiano si volesse considerare il fatto che è un luogo dove si beve il caffè, si potrebbe constatare che il posto più simile in Polonia sia «kawiarnia» («caffetteria»). Ciononostante, questo è un ambiente di solito associato alle donne (anche se sempre più spesso vi si possono incontrare studenti maschi o uomini d’affari, soprattutto nelle caffetterie che fanno parte di una catena, come Starbucks). Le persone ci si incontrano per sedersi al tavolino, prendere il caffè (anche esso alquanto diverso da quello italiano), mangiare un dolce e chiacchierare. Un altro aspetto che differenzia «kawiarnia» dal «bar» è il prezzo delle bevande. È molto interessante che in Polonia, nonostante i vari prodotti di solito costino meno che in Italia, il caffè (l’espresso) costa di più, non parlando dei prezzi del caffè americano o cappuccino, che si aggirano intorno ai 5 euro. Non è una spesa che un polacco medio si possa permettere tutti i giorni. L’immagine di caffetteria polacca rimane dunque abbastanza lontana da quella del bar italiano. Ma il motivo più importante per cui è impossibile identificare il bar all’italiana con quello alla polacca, con il pub o con la caffetteria, è il fatto che questi posti in Polonia costituiscono un luogo di ritrovo occasionale. In poche parole uscire al pub o in caffetteria in Polonia è un evento che non avviene tutti i giorni. Mentre, come si è detto prima, il bar per gli italiani costituisce l’elemento naturale della quotidianità, una seconda casa.

Tuttavia, esiste un punto in comune che in misura importante unisce tutti i luoghi descritti sopra. Sia in un bar italiano, sia in un pub o in una caffetteria polacca, la gente si unisce essenzialmente per stare insieme e chiacchierare. Chi tutti i giorni, chi una volta a settimana, ma il bisogno di socializzare rimane lo stesso. E se gli uomini in Italia descrivono le loro conquiste amorose domenica mattina sorseggiando il caffè, gli uomini polacchi fanno lo stesso sabato sera sorseggiando la birra. E, il punto più importante, è che lo fanno nell’identico modo esagerato e comico. Proprio grazie a questa caratteristica comune è possibile spiegare a un polacco mai stato in Italia cosa sia un bar italiano. Infine, in ogni paese c’è chi si vanta, c’è chi sa tutto meglio di tutti, c’è chi guida meglio che sia il motorino o la macchina.

A chi volesse approfondire la propria conoscenza dei bar italiani (facendosi nello stesso tempo delle grandi risate) consiglio la lettura del comico ma anche riflessivo Stefano Benni. Le opere dedicate in particolar modo al fenomeno del bar sono: Bar Sport (1976), Bar Sport Duemila (1997) e Il bar sotto il mare (1987). In esse Benni in un modo simpaticissimo prende in giro i frequentatori dei bar e le loro storie.

Alicja Ćwieczkowska